Isla Isabela

A ovest di Santa Cruz, e' l'isola piu' grande dell'arcipelago, formata dall'unione delle colate laviche di ben cinque vulcani. Il capoluogo si chiama Puerto Villamil, ed e' una versione in scala ridotta (e piu' sfigata) di Puerto Baquerito Moreno. Sicuramente il villaggio meno bello dei tre che abbiamo visitato, con una periferia triste di case abbandonate a meta' della costruzione, in mezzo ad un paesaggio lunare di lava nera solcata da fenditure e popolata da cespugli secchi.

Anche l'alberghetto di qui e' il meno attraente di tutti. Niente da dire sulla camera, ampia luminosa e pulita come le altre, ma l'insieme non era granche': Noi eravamo gli unici ospiti, spesso completamente soli in questa struttura vicino al centro ma, vista la dimensione del villaggio, anche in periferia. La connessione ad Internet spesso era fuori uso. La casa vicina (a fianco) era abitata da un pazzo che si era appena comprato un impianto stereo degno di una discoteca e lo teneva al massimo volume. Non siamo gente incline al lamento facile, ma i bassi untz untz facevano letteralmente vibrare i vetri e le mura della nostra camera. Non e' stato facile avere la grazia che almeno a sera la musica venisse spenta...

La nostra guida a Isabela e' stata John, un ragazzo di una stazza notevole (la sua schiena mi ricordava i tori da corrida), molto simpatico e disponibile, ma incline al ritardo negli appuntamenti. John ci ha accompagnato a visitare il sito del muro delle lacrime, un posto con una storia molto avvincente che pero' vi risparmio (credo si possa trovare in rete da qualche parte se uno la cerca). Con lui siamo andati anche a visitare uno stagno che ospita pochi fenicotteri, una bella spiaggia, un centro di ripopolamento di tartarughe giganti, una baia in mezzo alle mangrovie, insomma un bel po' di posticini simpatici e interessanti.

A Isabela le due escursioni piu' notevoli sono sicuramente quella al Cerro Negro e quella ai Tunnel di lava.

La prima e' una passeggiata di oltre cinque ore che porta ad ammirare la caldera del vulcano Cerro Negro, che pare sia la seconda per ampiezza nel mondo, ed i crateri del Volcan Chico, li' vicino. Uno scenario lunare reso drammatico e spoglio anche dalla scarsita' della vegetazione dovuta alle eruzioni piuttosto recenti (l'ultima avvenuta nel 2005).

In questa escursione siamo stati abbastanza sfigati: Il tempo non era granche', e abbiamo preso pioggia per buona parte del tragitto. La prima parte della salita (quella fino al cratere principale) si svolge in ambiente di vegetazione bassa, ed il sentiero sulla terra rossa aveva un fondo argilloso ammollato abbondantemente dalle piogge recenti. Questo lo rendeva molto scivoloso ed infido, e infatti Maddalena si e' presa un bello strmazzo fortunatamente senza altre conseguenze se non l'infangamento abbondante. La passeggiata e' sicuramente consigliabile e interessante, lo spettacolo del cratere (in realta' una caldera, e chi non sa cos'e' puo' googlare o wikipediare a piacere), anche se noi l'abbiamo solo intravisto nella nebbia, e' impressionante. A me faceva pensare ad un grande lago circolare pieno di polenta nera circondato da pareti a picco, verdi per la vegetazione tropicale.

Tutt'altra storia i tunnel di lava. Questo e' un ambiente marino derivato da antiche eruzioni. I tunnel di lava, che si possono ammirare anche a Santa Cruz (i piu' grandi, sono delle specie di caverne in cui si puo' camminare dentro) sono formazioni geologiche derivate appunto dalle eruzioni con l'estrusione di lava molto fluida, che scorre a cielo aperto. Questi torrenti incandescenti tendono a raffreddarsi al contatto con l'aria, e quindi a formare in superficie una specie di crosta che si solidifica ed ispessisce, mentre all'interno la lava continua a fluire. Se l'eruzione si interrompe la lava liquida si riversa a valle, ma la crosta solidificata rimane in superficie a ricoprire una galleria vuota. Ad Isabela c'e' una zona dove decine di questi tunnel di lava finivano in mare. L'azione erosiva delle onde ha poi frantumato questo scenario, creando un paesaggio veramente molto particolare e suggestivo. Dalle foto uno puo' farsi un'idea, ma naturalmente raccontare queste cose e' molto difficile.

Anche qui lo snorkeling e' stato molto soddisfacente: Tartarughe di mare (Chelonia mydas) di dimensioni enormi che puoi avvicinare a piacere (ma non toccare, e' giustamente vietato), di nuovo una squadra di leoni marini che hanno nuotato con noi, pinguini che abbiamo fotografato vicinissimi, quasi fossero finti gladiatori del Colosseo che si fanno pagare per la foto. Bello, bello, bello!

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