Tu chiamale se vuoi, emozioni...

Eh si, bellissime, intense, ancora vivide nella mente e nel cuore, le emozioni che hanno accompagnato tanti momenti vissuti in questo viaggio. A volte talmente forti da straripare... risultando incontenibili e facendomi ridere "ad alta voce" sott'acqua, con tanto di boccaglio stretto tra i denti! Pura gioia insomma, quando inizio a inseguire un pinguino in acqua pinneggiando veloce per paura di perderlo... E lui si gira e mi viene incontro e quasi mi sfiora, e poi ce n'é un altro e poi altri due... e io non so più dove guardare mentre loro fanno capriole intorno a me!

Pura gioia quando, dopo aver fatto decine di foto, appena arrivati, a una fregata che volteggiava sulle nostre teste a decine di metri di altezza per paura di non avere altre occasioni di immortalarla, ci siamo ritrovati per tutto il tragitto (due ore) in lancia da Santa Cruz a Bartolomè alcune fregate che "viaggiavano con noi" volando sulla nostra barca così vicine da costringermi letteralmente ad abbassarmi per evitare che mi toccassero i capelli...

A dir la verità il filo delle emozioni è iniziato già all'aeroporto di Madrid, al gate: il cartello su cui era scritto Quito mi riempiva il cuore della consapevolezza di quanto fossimo privilegiati ad essere lì, e mi faceva pregustare tutto quanto sarebbe arrivato, tanto che non ho potuto non fotografarlo... Che dire poi del piacere di essere in un paese di lingua spagnola, per me che di inglese capisco pochissimo e parlo ancora meno? In qualche modo, parlando piano, aggiungendo esse dappertutto e aiutandomi con gestualità tutta italiana (e terrona più che altro)... riuscivo a farmi capire, a volte persino più di Franco, l'interprete ufficiale dei cui servigi mi avvalgo in qualunque parte del mondo :-)

Quindi, per farla breve, dirò cosa mi è piaciuto di questo viaggio, e Franco potrà ospitare, se vorrà, queste righe sul suo sito.

Intanto Quito, immensa città con il cuore raccolto intorno al centro storico: palazzine in stile coloniale, stradine che si inerpicano e si intrecciano, chiese affascinanti dagli interni barocchissimi ricchi di ori e legni scolpiti che si affacciano su belle piazze a cui spesso danno il nome... ma soprattutto tanta gente! Gente che passeggia, che cucina e che mangia, che vende ogni sorta di oggetti, dalle sciarpe alle mele caramellate, e poi lucidatori di scarpe e suonatori e predicatori... Insomma dappertutto gente che vive la sua vita... Le donne spesso vestono i costumi tradizionali, gli uomini hanno i capelli raccolti in una lunga treccia, io guardo, registro tutto e mi beo di questi visi indios che sembrano uscire dai fumetti di Tex Willer... Poi ovunque bancarelle, e naturalmente negozietti stipati di merci e persone, e un intero quartiere, "La Ronda" dove la sera turisti e soprattutto locali si affollano intasando locali dove con pochi dollari si mangiano empanadas o choclo (pannocchie) con queso e si beve cerveza ascoltando musica dal vivo.

Tutto questo turbinio sotto lo sguardo benevolo della Virgen del Panecillo, una statuona della Madonna posta in cima alla collina detta Panecillo (pagnottella) per la sua forma molto arrotondata: la statua,  simile a un angelo per via delle grandi ali che spiega quasi a proteggere la città ai suoi piedi, è visibile di continuo mentre si passeggia tra le vie del centro, e serve anche da punto di riferimento. Mi piace un casino, tutta d'argento (in realta' di zinco, NdG) e kitsch da morire!

Che emozione ritrovarsela di fronte alla stessa altezza, in linea d'aria, dalla cima della Torre dell'orologio della Basilica del Voto National, dopo essersi inerpicati per scale a chiocciola e passerelle traballanti, vincendo la paura dell'altezza e sfidando la precarietà delle strutture! Emozionante anche ritrovarsi alla Mitad del Mundo sulla linea dell'equatore, con un piede su ciascun emisfero... e poi assaporare tutto il fascino del vicino museo a cielo aperto Inti-Nan, dove abbiamo ripercorso vita e abitudini dei popoli dell'Amazzonia, in un ambiente ricco di vegetazione tipica, cactus di ogni tipo compresi!

Nonostante il tempo, nuvoloso senza speranza, qualche emozione ce l'ha data la salita in funivia al vulcano Pichincha, che domina la città di Quito e dà il nome alla regione: col sole e il cielo limpido immagino un panorama mozzafiato da lassù...

E una piacevole scoperta sono stati il giardino botanico, con fiori e piante di ogni tipo e dimensione, anche se il periodo non era proprio quello giusto per godere appieno della fioritura delle decine di specie di orchidee, e il Museo del Banco che raccoglie manufatti dell'età precolombiana (tra cui splendidi gioielli di epoca Inca) e opere legate soprattutto alla religione, create sotto la chiara influenza dei conquistatori spagnoli.

Stupore è ciò che abbiamo provato ad Alangasi, un paesino a un'ora di auto da Quito, dove per caso abbiamo scoperto l'esistenza di una festa tradizionale la sera del sabato santo, la Benedizione del Fuoco. Ci siamo andati senza troppa convinzione (ogni lasciata e' persa...) e siamo stati catapultati in un mondo fantastico dove in chiesa un prete diceva messa mentre tanti diavolacci spaventavano i fedeli (e i curiosi come noi), i quali a loro volta scacciavano i diavoli con la luce delle candele! Alla fine tutti fuori ipnotizzati dalla luce di un gran falò, mentre fuochi d'artificio esplodevano da più parti, e petardi accesi dagli stessi diavolo scoppiavano dappertutto...

Come è ovvio, però, le emozioni più belle sono legate alle isole Galapagos....E perciò, com'è ovvio, il cartello che ci apriva le porte del paradiso è stato prontamente immortalato...

Il racconto delle tappe è stato dettagliato da Franco, e ben documentato dalle foto... Per quanto mi riguarda vorrei sottolineare la sensazione che mi ha pervaso per tutto il tempo che ho passato sulle isole: sentivo di essere in un posto speciale e unico, dove in qualche modo mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo. Il motivo di questa sensazione è dovuto al fatto che ci trovavamo in un parco assolutamente protetto e regolamentato, dove la presenza umana è contenuta e circoscritta a pochi pueblos (=villaggi), e i suoi eccessi forzatamente e fortunatamente limitati.

Tanto per dire, sulle isole disabitate è proibito persino fare pipì! Ciò fa sì che gli animali e il paesaggio siano i veri protagonisti. Gli animali non hanno alcun timore degli uomini e si lasciano avvicinare al punto che è necessario spiegare ai turisti che non li si deve toccare... E anzi talvolta sono loro a invadere gli spazi -per quanto già limitati- riservati agli umani!

Il paesaggio dal canto suo domina incontrastato, e intere isole si aprono ai nostri occhi completamente prive di presenza umana. Che meraviglia tutto questo, che gioia ammirare colori e scenari stupendi rimasti immutati da migliaia di anni! In questi posti ci si può davvero sentire come esploratori che mettono piede per la prima volta su un territorio ancora vergine! E così mi sono sentita, più di una volta.

Naturalmente incontrare iguane di terra che sembrano arrivate come per magia dalla preistoria e nere iguane marine che a decine la fanno da padrone su una spiaggia contribuisce e non poco a farti provare sensazioni come questa... Emozionante è stato contemplare il paesaggio di isla Plaza, con la rossa vegetazione (tappeto di Sesuvium edmonstonei, NdG) che punteggiava la roccia e qua è là i cactus che si innalzavano come stravaganti alberi, facendo ombra alle grosse iguane...

Impareggiabile lo spettacolo che ci aspettava a isla Seymour Norte, luogo eletto per nidificare da uccelli di varie specie tra cui spiccavano le fregate e soprattutto le borse rosse dei maschi... Camminare letteralmente in mezzo a loro, osservare i gabbiani, i pellicani, le sule così da vicino e vederli così tranquilli continuare le loro attività... come si può descrivere il piacere di essere lì?

Ma se devo proprio fare una classifica di quando e dove l'emozione è stata più forte non posso che mettere al primo posto lo snorkeling al Leon Dormido (escursione dall'isola di San Cristobal). Lo spettacolo dalla barca di questo roccione che si innalza a picco nel mare, con una spaccatura che sembra tagliata con l'accetta è già di per sè incredibile, ma quando ci siamo calati in mare e ci siamo addentrati nella spaccatura... emozioni a mille! Nel blu del mare sotto di noi a decine nuotavano i leoni marini, oltre naturalmente a pesci colorati...

La paura (sono grossi, eh! e pure carnivori!) si mescolava al piacere di condividere il loro ambiente e di partecipare ai loro giochi! Più tardi, quando credevo di non poter chiedere di più dopo l'incontro con una tartaruga e soprattutto con un paio di aquile di mare ecco che intravedo uno squalo poco sotto di noi! E mentre Franco mi abbandonava per andarlo a fotografare da vicino ecco che ne arrivano due, tre e... Insomma non li ho contati ma erano tanti! Davvero incredibile... Se me l'avessero detto prima non ci avrei creduto!

Il secondo posto nella scala delle forti emozioni provate, ma a ripensarci direi che a buon diritto va a pari merito al primo posto ;-) è l'escursione ai tunnel di lava marini, al largo di isla Isabela. Al di là del paesaggio semplicemente fantastico (foto e filmini parlano da soli) l'incontro ravvicinato con pinguini, pellicani e sule dai piedi azzurri è stato... troppo bello per essere vero! Non so perchè ma i pinguini sono davvero troooppo simpatici! Ancora adesso mi sembra un sogno quell'ora passata in mare!

Di bello o di particolare in questo viaggio c'è stato tanto altro, come la laguna dei fenicotteri nell'isola Isabela o il bagno a Las Grietas, dove l'acqua dolce si mischiava a quella del mare in una sorta di fiume che scorreva placido all'interno di un profondo canyon... e sotto pescioni a volontà... Oppure le tartarughe giganti comprese le due che si accoppiavano sotto i nostri sguardi curiosi, la tomba di George il Solitario... ultimo della sua specie che se n'è andato due anni fa...

Un'ultima emozione, fra le tante, la voglio raccontare: il volo da San Cristobal a Isabela su un piccolo (ma piccolo!) aereo, otto posti autista, ehm, pilota compreso. Dedicata alla mia amica Roberta!

... (NdG) continua prossimamente? Boh, chiedetelo a Madda... Stay tuned!

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