Madagascar ottobre 2013
Scrivo questa pagina a 10 anni di distanza dal viaggio, con l'aiuto della memoria, delle foto, dei filmati e dei vari appunti presi a suo tempo, tra cui il reportage che avevo fatto per "Turisti per caso", che chi vuole può trovare qui. Il tempo ha fissato naturalmente le cose più importanti, contribuendo a rendere meno prolisso il racconto, che comunque, come sempre è fatto principalmente ad uso personale mio e di Maddalena, per quando saremo PIU' vecchi
Organizzazione
Abbiamo organizzato appoggiandoci, su Internet, ad una agenzia con cui ci siamo trovati molto bene: Evaneos viaggi, che ci ha messo in contatto con una agenzia locale malgascia che ha provveduto ad organizzare il viaggio nel dettaglio, anche secondo le nostre indicazioni (ad esempio la foresta dei baobab di Ambilo non era inclusa nel pacchetto originario ma abbiamo organizzato in maniera di visitarla). Abbiamo acquistato indipendentemente il volo aereo A/R su Nosy Be. Il programma di dettaglio del viaggio, come concordato con l'agenzia madaviaggi, è qui.
Il viaggio era diviso abbastanza nettamente in due tempi: una prima settimana di tour del Nord dell'isola-continente (così viene chiamato il Madagascar anche per la particolarità della biosfera, che si differenzia nettamente da quella del continente africano cui per convenzione geografica appartiene) ed una seconda settimana di riposo, al mare, su un'isola (niente affatto deserta... ). Il tour del Nord l'abbiamo fatto abbastanza comodamente su una bella automobile 4X4 con aria condizionata, un guidatore e una guida turistica, la seconda settimana invece eravamo da soli, a Nosy Be (il principale centro di turismo del Madagascar, credo) in un bellissimo piccolo lodge di nome "Le Zahir", costruito e gestito da un simpatico signore romano de Roma (Cesare). Il tour del Nord faceva invece base a Antsiranana, (Diego Suarez) in un albergo in città non lontano dal porto, ma prevedeva anche pernottamenti in giro, ad esempio in un lodge nel Parco di Ankarana o ad Ankify nel trasferimento verso Nosy Be. L'hotel a Diego si chiamava Grand Hotel (la fantasia gli faceva difetto quando hanno scelto il nome) ed era sanza infamia e sanza lodo, infatti non ho grandi ricordi legati all'albergo.
Il tour del Nord
All' arrivo a Nosy Be abbiamo trovato ad accoglierci la gentilissima rappresentante dell'agenzia Mada viaggi con cui avevamo organizzato il tour, che ci ha fatto un po' di spiega e ci ha lasciati nelle mani della nostra guida Terence e del nostro driver di cui non ricordo il nome. Su una Toyota siamo partiti subito verso Nord, e dopo aver attraversato il paese di Ambilobe (dove abbiamo chiesto una sosta per fare qualche foto al coloratissimo e profumatissimo mercato locale). A sera siamo arrivati nel parco dell'Ankarana, nostra prima meta del tour, ed abbiamo preso alloggio nel residence all'interno del parco. Un bungalow un pochino spartano ma assolutamente decente. La cena a base di riso al curry e cocco, granchio in umido e spiedini di Zebù (un po' tenaci ma molto saporiti) ci ha rimessi in sesto per il giro nel parco dell'indomani.
Il Parco dell'Ankarana è una zona protetta di foresta arida decidua, al suo interno abbiamo cominciato a prendere confidenza con i lemuri, detti anche proscimmie, una famiglia di animali (anzi, tassonomicamente un infraordine dell'ordine dei primati, le scimmie) endemica del Madagascar. Avevo accennato al fatto che il Madagascar è considerato un sottocontinente, sottolineando la sua "diversità" dall'Africa, continente cui convenzionalmente appartiene. Dal punto di vista biologico (e da quello geologico) però la distanza dall'Africa è molto maggiore di quella geografica, che è piuttosto prossima alla costa Ovest dell'isola. Pare che l'isola si sia separata dall'Africa e dall'India (insieme alle quali formava il supercontinente di Gondwana) oltre 140 milioni di anni fa. Questo spiega l'enorme diversità biologica dell'isola rispetto alle altre zone del mondo. Circa l'80% delle specie viventi sull'isola sono endemiche, vale a dire che non si trovano in nessuna altra parte del mondo se non in Madagascar. Tra queste, i Lemuri sono forse i più famosi, ma anche l'80% delle specie di baobab e il 40% delle specie di camaleonti sono endemici del Madagascar.
Torniamo a bomba all'Ankarana. Il giorno dopo il nostro arrivo al Relais de l'Ankarana abbiamo fatto un tour guidato del parco, con la nostra guida Terence che ci mostrava baobab secolari, gruppi di lemuri coronati (Eulemur coronatus), millepiedi giganti e altre amenità. Qui vediamo anche una spettacolare manifestazione del fenomeno carsico erosivo che scava un ampio altopiano calcareo in formazioni spettacolari di guglie, crepacci, grotte. La superficie somiglia ad una enorme grattugia, frastagliatissima. Questo fenomeno, chiamato localmente gli Tsingy qui nel parco ha manifestazioni di grande impatto ed estensione. Sono chiamati qui gli "Tsingy grigi", a distinguerli dagli "tsingy rossi", ancora più spettacolari e geologicamente diversi, che vedremo tra qualche giorno. Dopo la visita al parco, al pomeriggio ripartiamo verso nord alla volta di Antsiranana, dove prendiamo alloggio nel Grand Hotel, che a dispetto del nome è niente di più di un albergo confortevole e pulito, senza nessuna pretesa di grandeur.
Il giorno dopo escursione sul mare che circonda il nord dell'isola. Dopo un breve trasferimento in macchina partiamo a bordo di una barchetta a motore per attraversare uno degli specchi d'acqua più spettacolari, per colori, riflessi e limpidezza, che abbia mai visto. Lo chiamano "Il mare di smeraldo", e navigandolo si capisce perfettamente il perchè. La barca ci porta in giro sopra i fondali magnifici che si vedono in trasparenza, noi facciamo un giretto con le nostre maschere e pinne mentre i nostri accompagnatori armati di un fucile subacqueo partono a procurarsi il pranzo per tutta la compagnia. Quando finiamo la nostra nuotatina e risaliamo in barca anche i due pescatori rientrano con un discreto bottino di pesce che verrà cucinato sulla spiaggia. Le prede includono una magnifica aragosta, che però non finirà poi nei nostri piatti (probabilmente la rivenderanno a qualcuno disposto a pagare per la prelibatezza del boccone). Dopo il bagnetto, in barca raggiungiamo la spiaggia semideserta di un piccolissimo isolotto con quattro capanne, dove qualcuno aveva già preparato il fuoco e le griglie per cucinare il nostro pranzo. Un ambiente naturalmente idilliaco, con la spiaggia bianca, le palme, le capanne, il profumo dei pesci sulla griglia. Insomma, abbastanza da non chiedere di più alla vita (come spesso ci capita in queste nostre vacanze in giro per il m
ondo).
L'ultima sera sulla grande isola (dal giorno dopo saremo a Nosy be, luogo turistico molto più famoso e frequentato di questa zona del Nord Madagascar che abbiamo visitato in questi giorni) l'abbiamo passata in un piccolo lodge ad Ankify. Qui ricordo uno struggente tramonto sul mare, di quelli indimenticabili, con i riflessi rossi del mare, le barche mollemente adagiate con la pancia sull'acqua, risate di bambine che fanno il bagno in questo piccolo paradiso, giocano incuranti dei due turisti che si abbandonano ad un minuto di tenerezza sulla sponda. Domani si parte per Nosy be.
Una settimana di mare a Nosy Be
A Nosy Be abbiamo prenotato una settimana in un lodge stupendo, "Le Zahir", dove sentirsi ricchi senza necessariamente esserlo ed essere trattati con riguardo ed affetto. Proprieta' di un simpatico italiano (e questo, credetemi, almeno per una volta non è titolo di demerito, e meno male!), costruito con gusto italiano e stile e materiale malgascio. Spartano nel senso giusto (non c'è televisore in camera ma non lo rimpiangerete, anche perchè ce n'è uno nella hall all'aperto), con un cuoco che vi fa leccare i baffi ogni volta che vi sedete a tavola ed uno staff che più amichevole e collaborativo non si può.
Le Zahir è un alberghetto con meno di 10 camere, costruito da Cesare, un romano circa mio coetaneo, che a poco meno di 60 anni ha mollato tutto in Italia e si è trasferito qui, forse per amore, chissà se del luogo o della sua graziosa moglie malgascia, molto più giovane, conosciuta qui. Ha acquistato un terreno in riva al mare a Madirokeli, un villaggio dell'isola di Nosy Be, e vi ha costruito questo piccolo gioiello. Qui ci si sente veramente coccolati e a proprio agio, oltre alla simpatia del gestore c'è la gentilezza dello staff e la bravura del cuoco, la cui cucina ricordo ancora con grande piacere.
Cesare, che è una persona molto intraprendente e attiva, ha anche realizzato un sogno: ha costruito una dependance del suo lodge in un posto "proibito" perchè protetto: l'isoletta di Nosy Iranja, che troverete più avanti. Qui non era possibile acquistare terreno per costuire qualcosa, così lui ha affittato per 99 anni un terreno dalle autorità locali, ed ha costruito un miniresort di poche camere, che gestisce la moglie. Ne parlerò più avanti descrivendo l'escursione a Nosy Iranja...
Nella settimana a Madirokeli (così si chiama la località dove sorge "Le Zahir") abbiamo girato come matti, facendo ben 5 escursioni in 6 giorni. A posteriori sono contento di averlo fatto, ma anche l'unica giornata passata a Madirokeli, con bagno tra i coralli antistanti la spiaggia, è stata fonte di scoperte e viste più che interessanti. La spiaggia davanti al resort era infatti soggetta a maree molto ampie, e con la bassa marea era praticamente impossibile fare il bagno senza camminare a lungo sugli scogli coperti da formazioni coralline taglienti. Qualche immersione però l'ho fatta, con grande soddisfazione, facendo foto subacquee che potete trovare nella galleria.
Ricordo in breve le escursioni fatte:
Nosy Sakatya. Una giornata in barca a caccia (fotografica, naturalmente) di balene, con incontro di due gruppi di balene di cui un paio facevano salti nell'oceano come se fossero state pagate da chi ci aveva venduto la gita. L'escursione, di grande soddisfazione, è ampiamente documentata dal filmatino che trovate tra i link in fondo alla pagina. Ricordo però con grande piacere anche il bagno fatto davanti alle spiagge dell'isoletta, in compagnia di enormi tartarughe marine (Chelonia mydas) che pascolavano beate tra le alghe nell'acqua bassa. Mai più viste così grandi.
Nosy Tanikeli. Un'isoletta delle tante che circondano Nosy Be (che è una delle tante isole che circondano l'isola-continente del Madagascar). Anche questo è un parco naturale, l'isola è disabitata e le sue acque sono veramente fantastiche, come la fauna marina che ospitano. Qui ho fatto alcune delle foto più belle della vacanza. Abbiamo pranzato sulla spiaggia, con pesce e carne grigliati al momento. La cucina malgascia non è molto varia, ma quando mangi in riva al mare, sotto le palme, con l'odore della brace che copre quello della salsedine qualsiasi trestelle Michelin ti sembra un posto di seconda scelta...
Loboke. Una giornata nella foresta di Lokobe, un parco riserva sull'isola di Nosy Be. Vi si arriva con un viaggio in piroga, accompagnati da guide locali. La quantità di turisti rende piuttosto difficile la conservazione stretta della natura in un parco così piccolo, ma i malgasci gestiscono piuttosto bene la cosa, con ingressi controllati ed accompagnati e con attenzione alle varie specie animali, alcune delle quali endemiche di quest'isola e minacciate di estinzione. Tra queste un graziosissimo lemure notturno dai grandi occhi tondi e dal nome scientifico impronunciabile: Lepilemur tymerlachsoni, che vive solo in questa foresta, chissà ancora per quanto...
Andilana. Una bellissima spiaggia al nord dell'isola, purtroppo sfregiata dalla presenza di un grande villaggio turistico Bravo Club. La spiaggia è veramente molto bella, amplissima con la bassa marea viene invasa dal mare due volte al giorno. Fortunatamente chi va al Bravo Club non osa mettere il naso in spiaggia e tanto meno il culo in mare (preferiscono la piscina e il bar), cosicche' i coralli che si trovano di fronte alla spiaggia sono pieni di vita e di colori. L'unica aragosta (viva) della vacanza l'ho vista proprio li', vuol dire che le acque sono abbastanza incontaminate. Ho anche fatto un po' di wrestling con un polpo tropicale abbastanza polposo, ma poi l'ho lasciato andare visto che non c'era modo di cucinarlo, e da Cesare la cena sarebbe stata ottima comunque...
Nosy Iranja. Ultima gita, in paradiso: la spiaggia di Nosy Iranja è forse la più bella che abbia mai visto (e nei miei settant'anni ne ho viste diverse...). Se non ci credete, guardate il video del nostro arrivo in barca sulla spiaggia, e, poco dopo, la spiaggia vista dall'alto... L'isola è in realtà l'insieme di due isolette, unite da una sinuosa striscia di sabbia bianchissima lunga un chilometro e mezzo circa. Una delle due isolette, la più piccola, è disabitata, l'altra è sede di un villaggio la cui unica struttura ricettiva è una "dependance" dello Zahir Lodge (si', proprio quello dove stavamo noi). Come ho raccontato sopra, Cesare, il nostro ospite (in senso attivo) essendosi innamorato di questa spiaggia e di questa isoletta, che si raggiunge dall'isola principale con due ore di barca a motore, si è inventato il modo di essere l'unico albergatore dell'isola, aggirando l'impossibilità di acquistare e costruire in proprio. Si è accordato con le autorità che gli hanno concesso il permesso di costruire, con una formula di "affitto" perchè sia il terreno che la struttura ricettiva saranno "in gestione" per 99 anni, dopo di che torneranno piena proprietà dei locali. Dopo averlo visto mi sono rammaricato di non aver passato almeno una notte a veder calare il sole li', quando la piccola folla dei turisti se ne torna alla base, circondati solo dai pochi abitanti e dal fruscio della risacca. Se andate da quelle parti, considerate la possibilità di stare lì almeno una notte, ma anche di piu' se volete godervi la serenità della semplicità e un pizzico di avventura. Se mai tornerò da quelle parti lo farò. Non posso neanche immaginare che cosa dev'essere il cielo stellato lì', dove l'unica luce è quella della luna e delle candele nelle capanne.
Madirokeli. Un paio di giorni prima di partire per tornare in Italia, sulla spiaggia di Madirokeli a poche centinaia di metri da noi si è consumato un dramma che ha quasi dell'incredibile. La mattina siamo stati avvertiti dalle persone del "Le Zahir" di non andare in spiaggia perchè era successo un grosso problema. Con un po' di fatica siamo riusciti a sapere (più o meno) cosa era successo: il mare aveva restiuito il corpo mutilato di un bambino. Tra a folla si è sparsa la voce che un omosessuale francese, sospettato di pedofilia e la cui presenza era mal tollerata dai locali, avesse abusato del minore e poi l'avesse ucciso gettandolo in mare. In realtà abbiao poi saputo che la cosa non era affatto sicura, perchè il bimbo poteva essere annegato a seguito di un gioco o un problema, e le mutilazioni avrebbero potuto essere opera di grossi pesci. Fatto stà che la folla inferocita è andata a prelevare il presunto colpevole e lo ha bruciato vivo, sulla piazza del paese, a poche centinaia di metri da noi. Abbiamo potuto constatare come il Madagascar, e Nosy be in particolare, sia meta di turismo sessuale piuttosto smaccatamente, e la popolazione locale abbia il dente avvelenato contro questa piaga. Naturalmente non sappiamo se il malcapitato fosse o no coinvolto nei traffici di cui lo accusavano, ma il momento non è stato dei migliori. Il giorno dopo, in paese, abbiamo visto i resti della pira, era una cosa abbastanza impressionante. Noi non abbiamo subito alcuna conseguenza, i locali sono sempre stati gentili e disponibili con noi, abbiamo vissuto la nostra vacanza come se non fosse accaduto nulla. A posteriori, considerata la poverta' e la rassegnazione in cui vive la gente, anche a causa dell'estrema corruzione delle autorita' e della polizia, abbiamo se non giustificato (questo mai), ameno compreso lo sfogo della folla e la reazione, che rimane ingiustificabile.
Ci e' sembrata comunque eccessiva, in tutta franchezza, la reazione dei governi francese ed italiano, che hanno di fatto fermato il flusso turistico verso quel paese, bloccando per un periodo che non sappiamo quanto sia stato lungo. Il turismo è l'unico fonte di un minimo di benessere e tranquilità per questo paese martoriato prima dal colonialismo rapace (che peraltro continua a sottrarre risorse ai loro legittimi proprietari) e poi dalla corruzione e dall'incapacità dei politici chiamati a reggerne le sorti. Ci auguriamo che sia stata ristabilita rapidamente la normalità e che tante altre persone abbiano potuto come noi godere dell'ospitalità e delle bellezze che questa terra puo' offrire.
FG
Filmato: Le balene di Nosy Sakatia
Filmato: Camaleontici camaleonti