Pensierino di Aprile 2025
Abituati alla menzogna .
Con il secondo occhio e il secondo orecchio (i primi due due sono dedicati ad infilzare correttamente il boccone con la forchetta e ad ascoltare ciò che, nella chiacchiera serale, mi comunica la consorte) dalla tivì accesa su un qualsiasi canale maggiore vedo una delle tante pubblicità che corrono ormai nella maggior parte del tempo di programmazione. L'audio è ad un livello medio-basso come si conviene fino all'avvio dei programmi in prima serata, quando, se vorremo seguirli, lo alzeremo, altrimenti spegneremo e ognuno si metterà a leggere il suo libro o a scribacchiare sul suo feisbuc.
Il secondo orecchio e il secondo occhio mi mostrano un personaggio giovanile e scherzoso, sul poggiolo di un condominio cittadino, che si rivolge con tono incredulo al suo vicino-di-poggiolo apostrofandolo "Ma come, sei lì a vedere la partita, come fai, visto che Internet non funziona? (o "è rotta" o "è bloccata" o "è interrotta", non ricordo bene, dovrei rivederlo). Naturalmente il vicino ha la soluzione pronta, e risponde sorridendo in un misto di compassione e derisione: "Ma io (che sono più furbo di te, pensiero inespresso ma lampante) che sono abbonato Vodafone, sono sempre connesso!
Ora, non voglio stare a spiegare la rava e la fava. Chi sa che cosa è Internet e quale sia la differenza tra questa rete e l'accesso alla stessa con mezzi di telecomunicazione, via rete cellulare, Wi-Fi, fibra ottica o VDSL capisce che quella detta sopra è una megastronzata galattica. Chi non lo sa è assolutamente in diritto di non saperlo. Io non sapevo come funzionava la TV a colori rispetto a quella in bianco e nero, ma nessuno sa tutto, e questo è assolutamente normale.
Ma...
Ma chi l'ha detto che uno possa dire qualsiasi cazzata gli venga in mente, e farlo impunemente, e farlo per fini di distrazione e imbroglio finalizzati al profitto personale (o aziendale, che è lo stesso)? Per il momento, se volessi vendere una medicina farlocca contro il cancro in TV propagandando un miscuglio di sterco di scarafaggio e miele di rododendro non potrei, perché esiste una legge contro la truffa. Non solo, esiste anche un Gran Giurì della pubblicità che, privatamente ed a latere della giustizia regolata dal governo nazionale, sanziona quelle che ritiene violazioni dell'etica della pubblicità (come se una tale ossimoro potesse avere un qualche significato). Né più né meno di quello che succede con la cosiddetta "giustizia sportiva", come se la giustizia avesse mille sfaccettature e non fosse una sola, e come se non avessimo abbastanza leggi con quelle approvate dal parlamento. E quindi se uno dice una palese falsità a propri fini dovrebbe essere perseguibile, o per lo meno l'imbroglio dovrebbe essere impedito vietando affermazioni false e fuorvianti...
Ma...
Ma invece ci stiamo purtroppo abituando. Ci abituiamo al fatto che, vabbè, magari non è tecnicamente corretto, ma che vuoi... Ci abituiamo al fatto che se uno mette i puntini sulle i e dice le cose come stanno, è un pignolo rompicoglioni. Ci stiamo abituando al fatto che nessuno ci deve dire che non sappiamo qualcosa, e che ci spieghi le cose, perchè noi sappiamo tutto, e ne sappiamo più degli altri. Ci stiamo abituando al fatto che la realtà non esiste, ognuno ha una sua realtà, e che vuoi, mica tutti sono nati imparati, suvvia, lascia perdere, in fondo…
In fondo una beata mazza. Io, che sono un boomer di merda, sono convinto che la realtà e la verità siano concetti che possono essere messi in dubbio solo molto raramente, e per questioni ben più importanti di una pubblicità, o di una tattica politica volta a raccogliere più voti, o di una stronzata che scrivo su Instagram per essere inondato di likes.
Ci stiamo abituando, ed è una brutta abitudine. Ci stiamo abituando alla relatività generale: tutto è relativo. La verità? Che cosa è? La matematica? E chissenefotte? Internet? Boh, ma sicuramente Vodafone è una ficata: quando bestemmio perchè Internet si è rotta e la partita non si vede il vicino che cià Vodafone riesce a vederla, mica scemo, neh?
Ci abbabbiamo, ci lasciamo docilmente e sofficemente fottere da chi ci racconta balle, siamo lieti di farlo, siamo ormai assuefatti, la menzogna e l'imbroglio sono gli ingredienti principali della comunicazione che ci informa, ci vende cose, ci guida nelle nostre decisioni. Deleghiamo il pensiero e il ragionamento, se quello lo dice in tivù non può non essere vero: compro Vodafone perché se Internet è rotta la ripara, e Uliveto che così mi mantengo giovane, e i materassi di Mastrota che mi fanno bene alla schiena, e il sale dell'Himalaya che essendo rosa è sicuramente meglio di quello bianco (che come tutte le cose bianche fa male, come la farina e lo zucchero).
Abituati alla menzogna.
Siamo proprio scemi, no?
FG