Dal letame nascono i fior
Così cantava De André, dopo aver detto che dai diamanti non nasce niente.
Purtroppo dai diamanti non nasce niente, ma neanche dal letame. Se proprio si vuol essere rigorosi la differenza tra i due è che il secondo, per quanto per noi ributtante e sordido, può essere usato come nutrimento da alcuni viventi, mentre i primi sono e resteranno sempre sterili, lontani dalla vita se non per qualche casuale incontro con un ristrettissimo sottoinsieme di umani, in quanto migliori amici delle ragazze (come dice Marilyn in "Gli uomini preferiscono le bionde).
D'altra parte, anche se più esatto, non sarebbe stato altrettanto poetico dire "i diamanti non li mangia nessuno, la cacca sì", e forse De André sarebbe stato molto più scientificamente corretto se avesse usato "sui" invece che "dai". E fin qui, qualcuno penserà "estiqatzi?". Dove vuole andare a parare questo? Voglio raccontare una storiella che qualcuno può trovare, se non interessante, sicuramente curiosa ed ai più probabilmente ignota.
Dovete sapere infatti, cari lettori, che in un tempo non molto remoto l'affermazione di De André sarebbe stata approvata incondizionatamente dagli scienziati, che alla nascita spontanea di esseri viventi da materia inanimata ci credevano senza problemi, soprattutto se tale materia era sporca lurida come il letame. Anzi, più schifosa e repellente era, meglio era. Vediamo perciò cosa pensavano gli uomini sull'origine della vita, da quando hanno iniziato a porsi problemi inutili ed oziosi fino a non molto tempo fa.
Come al solito, troviamo tra gli antichi soprattutto l'opinione di Aristotele, che da buon signor so-tutto descriveva lo scibile umano con eleganza, sicumera e prendendo sonorissime cantonate, come Galileo ebbe l'onore e la soddisfazione di dimostrare un paio di migliaia di anni dopo. Ma Il vecchio Aristotele, non possedendo le conoscenze pregresse che abbiamo oggi, ed essendo nato un po' troppo presto per inventare il metodo scientifico, diceva quel che gli diceva il buon senso.
Ed allora il buon senso era: vedo molti animali nascere solo se partoriti da altri animali, mentre vedo animali che arrivano da non so dove, quindi cosa penso? Penso che ci sono molti animali che sono stati creati così come sono, e perpetuano la propria specie riproducendosi, mentre altri, meglio se piccoli ed ignobili, sono generati spontaneamente in natura da condizioni particolari. Osservando la realtà, il vecchio Aristò sosteneva che gli insetti nascessero soprattutto dalle carogne, dai cibi in putrefazione, dalla polvere, e le ranocchie dall'acqua stagnante e limacciosa. In altre parole: il Creatore si è preso la briga di popolare la terra con gli animali "superiori", creati come specie una volta per tutte e immutabili. Ha lasciato invece al caso la nascita di tutte quelle altre schifezzuole (insettini, vermiciattoli, parameci e raganelle) perché, ohibò, mica Lui poteva poi fare proprio tutto tutto, neh?
Queste certezze erano talmente radicate in tutta la cultura antica, fino al Rinascimento, da essere usate anche da altri esperti insigni, testoline mica male, come il grande Vitruvio, il più famoso architetto della Roma classica. O dal sommo poeta Virgilio, che nel libro quarto delle sue Georgiche, riprendendo un antico mito greco, parla della bugonia: la nascita di uno sciame di api dalla carcassa di un bue macellato.
Queste teorie si consolidarono nel corso dei secoli, ed all'inizio del 600 c'erano scienziati illustri come Athanasius Kircher che, nella sua monumentale opera "Mundus subterraneus" descriveva metodi per far nascere spontaneamente non solo vermi ed insetti, ma anche rospi e serpenti. O come Jean Baptiste van Helmont (1580-1644) chimico e chirurgo belga che affermava: "Se una camicia sporca viene posta in un recipiente contenente chicchi di grano, la reazione del lievito nella camicia con i fumi del grano, dopo circa 21 giorni trasformerà il grano in topi".
Per fortuna noi italiani siamo più ficcanaso, e, una volta che Galileo ebbe dato la stura alla scienza moderna con le prassi del metodo scientifico sperimentale, da lì in poi qualcosa cambiò. Iniziò Francesco Redi, medico personale del Granduca di Toscana, aretino di una sessantina d'anni più giovane di Galileo, di cui sicuramente aveva letto attentamente l'opera. Scienziato acuto ed accurato sperimentatore, la sua fiducia negli "antichi savi" - leggi Aristotele - non era certo cieca ed acritica, anzi. Nelle "Osservazioni attorno alle vipere, scritte in forma di lettera a Lorenzo Magalotti" (1664) affermava testualmente:
«In cotal guisa appunto, se uno de gli antichi Savi registrò per vero ne' suoi volumi qualche racconto, dalla maggior parte di coloro che son venuti dopo, alla cieca e senza cercar’altro è stato creduto, ed è stato di nuovo scritto sotto la buona fede di quel primo che lo scrisse. E così alla giornata si parla, come i pappagalli, e si scrivono, e si leggono, e si credono dal troppo credulo ed inesperto volgo bugie solennissime, ed a chi ha fior d’ingegno stomachevoli.»
Fantastico! Nel 1664! "Alla giornata si parla, come pappagalli"! "Bugie solennissime e per chi ha ingegno stomachevoli"! Non vi ricorda la credulità acritica odierna delle moltitudini ignoranti che seguono pappagallescamente i soloni imbonitori, i sostenitori di scie chimiche, spacciatori di oroscopi e detrattori della scienza? Ma torniamo a noi, che sennò m'inca
o.
Il buon Francesco, probabilmente detto Checco vista l'origine, si mise in testa di verificare le teorie di Kircher, e seguì scrupolosamente le istruzioni per far nascere rospi e serpenti dall'acqua fangosa. I suoi tentativi furono vani, tutto quello che riusciva ad ottenere era un pugno di mosche, nel senso letterale del termine!! Cosi, dopo tutti gli esperimenti falliti ed i frustranti tentativi, scrisse lapidariamente:
«I serpenti, a mio credere, non nascono se non sono generati per mezzo del coito». Cosa che a noi può sembrare banale, ma che per quel tempo non lo era affatto.
Ma Francesco volle approfondire, e siccome i serpenti e rospi non nascevano, ma le mosche sì, cercò di capire, raffinando gli esperimenti, se almeno quelle si generassero spontaneamente. Perciò prese due pezzi di carne e li mise in due barattoli. Il primo lo chiuse con un tappo di sughero, il secondo lo lasciò aperto all'aria. Come facile intuire, il barattolo aperto dopo qualche tempo "generò" vermi (e più tardi mosche), mentre quello chiuso rimase apparentemente libero da presenze estranee.
Da buon scienziato, membro della comunità accademica dell'epoca, comunicò i suoi risultati ai colleghi, che reagirono affermando: "Certo, col tappo tu indebolisci l'"aura vitale", e togliendo l'aria agli insetti che stavano per nascere, essi non si possono sviluppare". Il Redi, che aveva la capa tosta, fu tutt'altro che impressionato o convinto da queste critiche al suo metodo, tornò a casa e mise su quello che ai giorni nostri si chiamerebbe un "set up sperimentale" per controbattere alle critiche.
Preparò perciò il solito barattolo di riferimento aperto, uno chiuso col coperchio ed il terzo chiuso con una garza, che impediva alle mosche di posarsi sulla carne ma consentiva il passaggio dell'aria. Naturalmente il barattolo chiuso con la garza non sviluppò vermi né mosche, e Redi si divertì a guardare le mosche che, attratte dall'odore della carne in putrefazione, deponevano le uova sulla garza. Come effetto collaterale, il grande Francesco Redi scoprì anche il legame tra le uova deposte, i vermi che ne fuoriuscivano e le mosche in cui questi si trasformavano. Una metamorfosi che gli scienziati del tempo non conoscevano ancora (si credeva che quei vermetti biancastri non avessero nulla a che fare con le mosche). Questa scoperta gli diede anche una certa fama, direi più che meritata.
Occhei, è fatta, direte voi. Stappiamo un bel prosecco alla salute di Checco Redi, e chiudiamola lì con queste storie della generazione spontanea. Macché! Il pregiudizio è duro a morire. In fondo lui aveva dimostrato solo che le mosche che nascono dalla carne putrefatta non sono generate spontaneamente dalla carne, nulla di più.
Saltiamo a piè pari cento lunghi anni in cui la questione era stata meno discussa, sonnecchiando sotto la cenere. Intanto, in questi cento anni tra la metà del 700 e la metà dell'800 l'uso del microscopio si era diffuso tra gli scienziati, che scoprirono l'esistenza del microcosmo degli esseri unicellulari, e questo fu occasione di risollevare la questione, al grido di "Le mosche magari anche no, ma i microbi certamente sì".
In particolare, un vispo e cocciuto prete presbiteriano inglese di nome John Needham, valente scienziato ed appassionato osservatore di microbi al microscopio, non ci poteva stare. Così, pensò bene di riaprire la questione ed il dibattito. In particolare, ripeté l'esperimento di Redi, con qualche variazione per renderlo più interessante. Needham fece bollire per qualche minuto un pezzo di carne all'interno di un matraccio, lo attappò con un sughero e andò a dormire. Dopo qualche giorno tornò ad esaminare al microscopio il liquido, e vide che c'erano degli esserini unicellulari che sguazzavano felici. Voilà, ecco dimostrata la generazione spontanea: nessuno mi dica che, dopo aver bollito il brodo e averci messo un tappo, qualcuno potrebbe più dubitarne… O no? Un altro prete però, il gesuita italiano Lazzaro Spallanzani, aveva la testa più dura di Needham, e ci fece a cornate. Ideò un esperimento simile a quello fatto dall'inglese, ma più accurato, il seguente:
In un matraccio bollì la carne per qualche minuto come aveva fatto Needham, e la mise a freddare senza tappo, in un altro bollì la carne per un'ora e mise un tappo di sughero, un terzo barattolo, dove bollì la carne per un'ora, lo sigillò con la ceralacca. Dopo qualche giorno andò a controllare, e il contenitore chiuso ermeticamente non aveva sviluppato microbi al suo interno, mentre gli altri due sì. Descrisse il suo esperimento in una pubblicazione del 1765 che lo rese noto in tutta Europa, intitolata "Saggio di osservazioni Microscopiche sul Sistema della Generazione de' Signori di Needham e Buffon"
Ci poteva stare il pretazzone inglese? Certamente NO! Me lo immagino mentre crista nella sacrestia chiedendo poi perdono al signore. Così, con il supporto della comunità di studiosi favorevole alla generazione spontanea, argomentò che per forza, bollire per un'ora il liquido, senza possibilità di contatto con l'aria pura esterna, aveva neutralizzato la "forza vitale". Questa "Forza" (ma avevano visto Guerre Stellari?), presente nell'acqua e nella carne, era stata debilitata dalla lunga bollitura e dall'assenza di aria fresca, perciò l'esperimento non poteva ritenersi valido. Lo Spallanzani, non avendo nulla fuorchè la ragione per dubitare di una fantomatica "forza vitale" invisibile, scrollò le spalle e si lasciò cascare le braccia (in seguito recuperate). Si ritirò in buon ordine mugugnando che sta forza vitale tanto forte e vitale non doveva poi essere, visto che bastava un'ora di bollitura per neutralizzarla.
Val la pena ricordare e sottolineare come i due feroci antagonisti fossero entrambi preti della stessa religione, ed avrebbero perciò dovuto (almeno teoricamente) appoggiare
da buoni teisti la stessa visione su un argomento così importante come la creazione della vita. Questo ad ulteriore riprova, se ve ne fosse bisogno, che il credere in un ente trascendente di qualche natura, esterno al'universo mondo, non è di per sè ragione sufficiente per orientare in maniera netta le personali convinzioni basate sulla razionalità e l'osservazione del mondo reale (teorie scientifiche).
Su questa situazione di stallo sostanziale passò ancora circa un secolo, durante il quale le dispute e le diatribe tra le due fazioni si protrassero con alterni colpi bassi e sgambetti. Ma nei primi decenni dell'Ottocento l'Accademia delle scienze di Parigi decise di tagliare la testa al toro (o meglio il nodo gordiano), mettendo fine alla contesa con un concorso internazionale. Si inviarono in giro per l'Europa intera i banditori del concorso con l'editto dell'Accademia, stile ricerca della scarpetta di cristallo di Cenerentola. Se qualcuno fosse stato in grado di dimostrare senza ombra di dubbio una delle due ipotesi si sarebbe portato a casa un ricco premio in gettoni d'oro zecchino, e la scarpetta di cristallo in omaggio.
Purtroppo (perdonatemi una lacrimuccia campanilista), dopo che gli italiani avevano spianato la strada in maniera eclatante con Redi e Spallanzani, fu Louis Pasteur, un microbiologo francese molto noto ancora oggi per altri motivi, a portarsi a casa il malloppo. Pasteur rivisitò l'esperimento di Spallanzani, adattandolo per dimostrare che anche lasciando il recipiente aperto all'aria dopo averlo bollito, se si prendono precauzioni tali da evitare l'ingresso di polvere ed elementi contaminanti il liquido rimane privo di germi. La configurazione sperimentale la potete vedere in figura: disegnò all'uopo due matracci speciali, con un lungo collo d'oca aperto all'estremità. La forma e la dimensione consentivano all'aria di entrare ma rendevano difficoltoso l'ingresso di altre particole. Poi, dopo aver bollito due recipienti di questo tipo, ad uno ruppe il collo in modo che l'aria potesse entrare facilmente, all'altro lasciò intatto il collo d'oca, pur senza tapparlo. Naturalmente, come previsto, la provetta col collo rotto sviluppò germi al suo interno, mentre l'altra rimase sterile.
L'accademia delle scienze di Parigi giudicò questo esperimento decisivo, il buon Pasteur incassò il lauto premio (in realtà non sono sicuro fosse in gettoni d'oro, visto che i giochi a premi in TV non erano ancora stati inventati). Mi fa piacere pensare che abbia poi investito la somma nei suoi studi fondamentali per l'epoca moderna: la fermentazione dell'aceto e della birra, il vaccino antirabbico, il processo di sanificazione dei cibi col calore, chiamato non a caso pastorizzazione.
E così, cari lettori, la storia della generazione spontanea si chiude definitivamente, anche se le ombre del regno di Mordor dell'oscurantismo stendono ancora i loro tentacoli sulle società moderne. Sono le ragnatele muffite della arrogante ignoranza di chi ancora crede nel creazionismo (oggi si chiama "Intelligent design", e purtroppo nell'America reazionaria e ignorante di Trump è molto in voga) o nell'omeopatia, o nell'intervento degli extraterrestri che crearono la razza umana diecimila anni fa…
O nei chip sottopelle con ricetrasmettitori 5G iniettati insieme a tutti i vaccini del mondo dalla Spectre, che, come insegna James Bond, il mondo lo vuole dominare…
FG