3 Novembre: Indein

Giornata interlocutoria. Madda non sta bene (forse ho esagerato ad averla portata a mangiare in ristoranti locali a pranzo e a cena), ma partiamo comunque per il nostro giro in barca sul lago. Prima andiamo in un paIndeinese dove c'e' il mercato, e come al solito ci districhiamo tra bancarelle piene di ogni sorta di oggetti artigianali di dubbio gusto e scarsa qualita'. Poi arriviamo a Indein, sede di un complesso di stupa in effetti abbastanza notevole. Qui pero', senza alcuna guida (il nostro barcaiolo ci ha lasciati sulla sponda del canale) abbiamo perso la strada e abbiamo faticato un po' a trovare la via giusta per i templi che volevamo vedere

Niente di male, anzi girare un po' al di fuori dei normali tracciati turistici regala qualche emozione in piu'. Il complesso dei templi di Indein e' affascinante, una selva di stupa di medie dimensioni, quasi tutti in rovina. Ma adesso che i soldi ricominciano a girare si sono messi a restaurare e stanno riportando a nuova vita questo luogo dal sapore decadente e old-fashioned. Il restauro e' in netto stile orientale, vale a dire si butta giu' e si ricostruisce col gusto di oggi. Per questo credo che tra un paio d'anni questo si trasformera' in una Shwedagon Paya in miniatura. Oggi pero' ha ancora un suo perche'.

Dal complesso degli stupa mezzi diroccati e mezzi ricostruiti si vedono due altri stupa in cima a due colline vicine. Da li' la vista sul lago deve essere impagabile. Dico a Maddalena che ho voglia di salire su', ma lei non sembra dell'idea. Allora parto da solo e di buon passo mi dirigo verso uno dei due cocuzzoli. Niente da fare, la strada passa vicino alle due alture ma non c'e' verso di vedere un sentiero che porti lassu' in cima. Possibile che non ci vada mai nessuno? Fermo una moto e chiedo ai due ragazzi che ci sono sopra come si fa a salire lassu', ma loro mi guardano come se avessero visto un marziano. Si saranno chiesti "ma perche' vuole andare lassu'?". Poi vedo un monaco a piedi e chiedo anche a lui. Dice che forse c'e' un sentiero che inizia poco piu' indietro, ma bisogna fare molta attenzione perche' non e' segnalato ed e' molto piccolo e stretto. Seguo le indicazioni del monaco, e finalmente riesco a trovare l'imbocco del sentiero, molto impervio, e ad arrivare allo stupa sul cocuzzolo. Col fiatoNga Hpene (tutto di corsa per non far aspettare troppo Maddalena) faccio qualche ripresa video. La cosa che mi ricordero' di questo momento e' lo scampanellio nel vento delle piccole campane messe ad ornamento della punta dello stupa gia' mezzo diroccato (per quanto recente).

Nel pomeriggio visitiamo una delle attrazioni turistiche del luogo, detto il tempio dei gatti che saltano. Fortunatamente nessuno piu' tortura gli animali per allenarli a pratiche contro natura. il tempio pero' e' molto bello, con effigi iperbarocche del Buddha affascinanti nella loro esagerazione ornamentale.

Anche il rientro all'albergo e' memorabile: in un'atmosfera irreale, col cielo color piombo e i raggi di sole che in tralice da sotto le nubi (il tramonto era vicino) doravano i canneti e le isole di vegetazione galleggiante sul lago. Tanto tuono' che piovve. E la pioggia e' venuta giu' in quantita' esagerata. Un acquazzone tropicale che me ne ha ricordato uno simile in Giamaica, quando correvamo a piedi nudi in ruscelli di acqua torbida nella giungla. Siamo arrivati all'albergo ben piu' bagnati che se fossimo arrivati a nuoto, nonostante gli ombrelli.

Ma senza questi momenti, che vacanza sarebbe? smile

Il Diario di Maddalena: 3 novembre, sabato, 13° giorno

... E finalmente stanotte la diarrea e' arrivata (cominciavo a preoccuparmi...) Forse il colpo di grazia me l'ha dato il ristorantino di ieri sera, in aggiunta a quello del pranzo. Due pasti in stile locale di seguito sono veramente troppi! Sta di fatto che stamattina ero K.O, con anche un gran brutto mal di testa. Ho iniziato col Rifacol piu' dosi abbondanti di Moment: stasera va meglio.

Giornata sotottono per me, comunque, ma siamo riusciti ugualmente a rispettare i nostri piani e visitare il mercato di ciapa-ciapa per turisti di un qualche villaggio, poi Indein, con la sua bella pagoda e una selva di stupa in parte restaurati in parte in rovina, poi la Alodaw Pauk Paya di Nampam e infine il Monastero dei gatti che saltano. Il gatto c'era anche se non saltava, ma il monastero era bellissimo! E per finire una cosa molto affascinante: gli orti galleggianti.

Poi, mentre rientravamo in albergo in barca ci ha beccati un acquazzone, giusto per farci capire come va nella stagione delle piogge. Il lago e il panorama erano suggestivi, ma poi la pioggia ha continuato e ci ha fatto perdere il tramonto. Serata tranquilla, con cena in Hotel mentre la pioggia continua. Stasera a letto presto.

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